QATAR: ANALISI DELLA TRIPLETTA ITALIANA.

Il Motomondiale 2022 si apre con una bella tripletta italiana grazie a Bastianini (MotoGP), Vietti (Moto2) e Migno (Moto3). Il Qatar ci ha raccontato la verità o una illusione? Analizziamo gli eventi.

Il Moto3 Migno ha ottenuto la seconda vittoria in carriera grazie a una condotta di gara attenta e senza alcun errore, da maestro. Il veterano della Moto3 si candida quindi a pretendente al titolo 2022? Difficile dirlo, Andrea ha sempre alternato ottime prestazioni e momenti poco fortunati, se dovesse trovare continuità e fortuna potrebbe essere il suo anno anche se il favorito rimane Foggia autore di una bella rimonta dall’ ultima posizione, attenzione anche anche a Sasaki che in Qatar è stato fermato solo dalla sfortuna e Garcia.

In Moto2 Vietti ha vinto dominando dall’inizio alla fine con tanto di giro veloce e pole al sabato. Sicuramente si candida al titolo ma attenzione alla vecchia volpe Lowes, Fernandez e sopratutto a Pedro Acosta. Il campione del mondo Moto3 è caduto al sabato, è stato spinto fuori alla Domenica in partenza salvo rimontare mostrando già velocità. Difficile possa lottare per il titolo ma sarà protagonista tra 3-4 gare quando avrà preso la misura alla moto.

In MotoGP Bastianini ha ottenuto una vittoria di intelligenza, di tecnica e di talento. Enea sta crescendo sin dalla passata stagione con prestazioni sempre più costanti e di alto profilo. Gestisce le gomme e i momenti della corsa con la capacità di un veterano e come un veterano sa quando prendersi dei rischi e quando non prenderli. La sua vittoria arriva come una manna dal cielo nel giorno del disastro Ducati.

Il podio composto da lui, Binder secondo (KTM) e Pol Epargaro (Honda) forse non racconta i reali valori in campo però. L’unico da top5 tutte le gare è solo Bastianini a nostro parere. Binder va a fasi alterne come la KTM. Il V4 austriaco a volte è competitivo, altre volte (la maggior parte in realtà) non lo è.

Quando Ducati metterà a punto la GP22 anche Bagnaia sarà quasi sempre da podio, stesso discorso anche per Quartararo in Qatar penalizzato dall’assenza di velocità della M1. Senza dimenticare Marquez, ovviamente.

Capitolo Aprilia. Ennesima gara importante per Aleix che chiude 4° mostrando ancora una volta estrema concretezza e lucidità. La moto cresce a solidi e piccoli passi ma cresce, chi non cresce è Vinales. Maverick è parso davvero sottotono, arrendevole.

Il venerdi e il sabato avevano forse illuso la Suzuki. Mir e Rins in gara, nonostante gli aggiornamenti al motore della GSX-RR in cerca di cavalli, non si sono mai praticamente visti.

La sensazione è che la MotoGP in Qatar ci abbia detto poco sui reali valori in campo. La Ducati non può essere questa, la Yamaha (che eppure l’anno scorso qui fece doppietta) non può essere questa.

Al momento solo la Honda sembra in uno stadio avanzato di sviluppo e considerato il cambiamento radicale a livello tecnico/filosofico rispetto al passato anno ci sarebbe da rimanere sorpresi se non si parlasse di HRC…

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